di Valentina Cottini
È nell’anaffettività della prima ondata della pandemia Covid-19 che nasce il collettivo poetico Free Social Poetry, una delle pochissime realtà italiane a tentare la via della scrittura poetica collettiva.
Tuttavia, la sensibilità imparziale dei membri del collettivo trascende il puro verso poetico per tentare anche un approccio più concreto al mondo. In questo senso, la poetica dei membri si impregna di attualità: si riversa cioè nelle cause sociali che i membri, di età e provenienza differenti, sentono in maniera più forte. Nel gruppo non esiste una regola specifica per questo: semplicemente, quando uno dei membri lo desidera, propone un progetto al resto del gruppo.
È da Silvia Bussone, 27 anni, psicologa e ricercatrice, oltre che membra del Free Social Poetry, che è nata l’idea che ha originato il progetto PoesiAttiva x BeFree.
Il progetto prevedeva di supportare un’associazione che operasse nella lotta a qualsiasi tipo di violenza. Dopo una accurata ricerca, la scelta è ricaduta su BeFree, una cooperativa sociale che opera nel centro Italia e si occupa di sostenere le vittime di abusi e di lottare contro la violenza di genere e contro la tratta delle schiave. Il Free Social Poetry si è proposto di sostenere la cooperativa attraverso una raccolta di poesie collettive e singole del collettivo stesso.
Per allinearsi alla cooperativa, il Free Social Poetry ha raccolto in un libro le poesie che parlano di fisicità, di dolore, di rinascita, allineando il progetto attraverso il filo rosso del corpo. Tutti i componimenti di Anatomia della poesia – questo il titolo della raccolta – sono stati infatti rintitolati con il nome di una parte del corpo, delle ossa, dei muscoli, degli organi. In questo modo, le poesie raccontano la fisicità attraverso una sorta di metapoetica che tratteggia, dalla testa ai piedi, dall’esterno all’interno, la fisionomia di un corpo femminile
In Anatomia della poesia, le voci dei sei poeti e delle sei poetesse del Free Social Poetry si amalgamano, si abbracciano, si intrecciano in una danza continua. Si perde il senso di chi scrive cosa – anche dato dalla scelta di non firmare le poesie sulla pagina stessa, a favore di una visione d’insieme piuttosto che singola – e l’unicità stilistica tipica della poesia lascia spazio a una lettura più ampia dell’umano. I versi si aprono all’interpretazione, evocano domande, contesti, immagini. Il tutto, mantenendo saldo il concetto di riferimento che lega i componimenti.
Il ritmo delle poesie è fresco, melodico, attuale: ed è la magia della differenza anagrafica a renderlo tale. Infatti, i dodici membri del Free Social Poetry hanno dai diciannove ai quarantasette anni, eppure la scrittura collettiva miscela, ammorbidisce, non alimenta le differenze stilistiche.
I membri del Free Social Poetry hanno aperto sulla piattaforma gofundme.com una raccolta fondi per Be Free. La raccolta poetica Anatomia della poesia viene offerta come omaggio per le donazioni superiori ai dieci euro, una volta compilato l’apposito modulo. I proventi vengono quindi interamente devoluti alla cooperativa sociale BeFree, senza alcuna trattenuta. Di seguito il link per le donazioni e per ottenere la raccolta poetica: https://www.gofundme.com/f/poesiattiva-x-befree?utm_source=customer&utm_medium=copy_link&utm_campaign=p_cf+share-flow-1.
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[Immagine di copertina: Flashmob poetico organizzato dal Free social poetry in occasione del 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Un amico del collettivo descrive la foto con queste parole: “In foto non uno ma ogni singolo membro del collettivo. Occhi nudi e aperti. Occhi che guardano avanti. Dove c’è da scrivere”].