Bestiario familiare è un’autobiografia ma potrebbe essere benissimo una favola, di quelle che fanno sognare un’umanità migliore e, questa volta, per fortuna, questa umanità esiste davvero.
Luca Giommoni
Luca Giommoni
Se lo googlate, a volte, è un criminologo dell’università di Cardiff, altre, un centrocampista del Saragozza A.C. in 2a categoria, altre ancora escono dei racconti. L’unica sicurezza è che domenica sarà al discount sotto casa a esigere i suoi 200 punti omaggio.
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Giulio Natali, con Soste forzate, edito da Edizioni La Gru, crea un treno di parole che si muove sopra binari di carta e accompagna il lettore in un viaggio lontanissimo e allo stesso tempo vicinissimo, attraverso tutti quei comportamenti, tutte quelle emozioni, che rendono l’essere umano troppo umano.
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Oricci, con Volevo essere Vincent Gallo, costruisce un mondo che crea dipendenza come la potrebbe creare un pacchetto di Haribo. I suoi racconti sono orsetti gommosi: colorati, elastici, zuccherati, trasparenti, artificiali, alieni. Irresistibili.
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Beati gli inquieti è uno di quei libri che dovrebbe essere studiato nelle scuole, ma non solo, anche nei consigli comunali, nei campi da calcio. Siamo di fronte a un libro necessario.
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Padre occidentale è una spinta gentile verso la vita, verso una maggiore consapevolezza e presenza di sé stessi, è coraggio, umiltà, forza e anche silenzio, proprio come lo yoga.
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Erba matta di Laura Bosio è guardare dal basso, osservare tutto da un’altra angolazione, indagare diversamente per capire cosa è andato storto e magari provare ad aggiustarlo.
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“La disputa sul Raki è una finestra su tradizioni, paesaggi, vezzi, umori, di un’altra realtà. E affacciarsi da queste finestre per me è un po’ come andare in gita scolastica, da cui torni sempre con qualcosa in più”.
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“Io e Bruegel il Vecchio ultimamente ci incontriamo spesso, forse prima o poi capirò perché. È successo ne La parabola dei ciechi di Gert Hofmann. È successo di nuovo ne La quercia di Bruegel di Alessandro Zaccuri, e in entrambi i casi sfogliare le pagine è stato un po’ come camminare in un’opera d’arte”.
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Un esordio nel mondo delle lettere con una raccolta di racconti è una specie di cometa di Halley, un evento che crea entusiasmi e speranze, ma Francesca Mattei, con Il giorno in cui diedi fuoco alla mia casa, non delude né gli uni né le altre.
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La parabola dei ciechi di Hofmann, anche se scritto più di quattrocento anni dopo dell’omonimo dipinto di Bruegel il Vecchio, ne è la genealogia narrata, la rappresentazione scritta di come sei ciechi sono diventati arte.
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“La signorina Merighi fissava il Presidente della Repubblica. Un po’ più a destra incrociò anche lo sguardo del Santo Padre. Poi la chiamarono”.
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L’ultimo videogioco che mi ha veramente inglobato è stato Read Dead Redemption. L’ultimo libro, 2666 di Bolaño. Ecco: uniteli insieme e non avrete Timidi messaggi per ragazze cifrate, perché il libro di Ferruccio Mazzanti, edito da Wojtek, non è un western né un romanzo postumo, ma un’esperienza unica.