Il regista Werner Herzog racconta la storia del tenente Hiroo Onoda, l’ultimo giapponese della giungla, attraverso un diario.
Sotto la Mole – Libri
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La raccolta Mi raccomando tutti vestiti bene è uscita per Mondadori nel 2006, non esattamente una novità quindi. Perché (ri)leggere Sedaris e parlarne, dunque? Perché ogni tanto vale la pena ricordarsi e ricordare che si può non prendersi troppo sul serio e usare quel raffinato registro di ironia e comicità che, a volerlo far bene, è difficile da realizzare: David Sedaris in quest’arte è un maestro.
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Padre occidentale è una spinta gentile verso la vita, verso una maggiore consapevolezza e presenza di sé stessi, è coraggio, umiltà, forza e anche silenzio, proprio come lo yoga.
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The Familiar 1, Mark Z. Danielewski, Pantheon, 2014 Mark Danielewski è divenuto celebre grazie al suo romanzo d’esordio House of Leaves…
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Petali e altri racconti scomodi, Guadalupe Nettel, La Nuova Frontiera, 2019 Un uomo invita una donna a casa sua con intenzioni…
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Erba matta di Laura Bosio è guardare dal basso, osservare tutto da un’altra angolazione, indagare diversamente per capire cosa è andato storto e magari provare ad aggiustarlo.
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Io e Bafometto, Gregorio H. Meier, Wojtek Edizioni, 2021
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Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata, Raphael Bob-Waksberg, Einaudi, 2021 Nel 2021 l’amore può ancora salvarci dalla…
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Il campione è tornato (Resurrecting the champ), J.R. Moehringer, Piemme, 2015 Se ci penso a posteriori, credo di essermi appassionata da…
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“La disputa sul Raki è una finestra su tradizioni, paesaggi, vezzi, umori, di un’altra realtà. E affacciarsi da queste finestre per me è un po’ come andare in gita scolastica, da cui torni sempre con qualcosa in più”.
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“Fonderie. Fumi viola, tossici e nauseabondi, ma bellissimi come spettacoli pirotecnici agli occhi di una bambina. Vetri rotti colorati dalla luce, tanti colori diversi che trasformano cortili abbandonati in caleidoscopi di meraviglie stupefacenti”.
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“Io e Bruegel il Vecchio ultimamente ci incontriamo spesso, forse prima o poi capirò perché. È successo ne La parabola dei ciechi di Gert Hofmann. È successo di nuovo ne La quercia di Bruegel di Alessandro Zaccuri, e in entrambi i casi sfogliare le pagine è stato un po’ come camminare in un’opera d’arte”.