Il fantastico mondo della letteratura per bambini

di Giulia Sabella

Ogni Buon Genitore (o chi vorrebbe reputarsi tale) passa buona parte del proprio tempo ad arrovellarsi sull’educazione più adatta da dare ai propri figli: questo significa controllare che mangino la giusta dose di frutta e verdura, che non stiano troppo davanti agli schermi (che in alcuni casi possono anche essere banditi fino ai tre anni di età) e giochino con balocchi atossici certificati CE fatti in legno 100% italiano. Ovviamente ogni Buon Genitore cercherà anche di insegnare al proprio figlio l’amore per la Lettura. Ma qual è il sottotesto che si nasconde nei libri per bambini? Qui abbiamo cercato di analizzarne alcuni.

Il Brucoverde – genere: romanzo di formazione.
Un piccolo bruco vaga affamato alla ricerca di qualcosa da mangiare ma, ogni volta che trova un frutto o un ortaggio appetibile, viene redarguito da altri animali che gli dicono che quel cibo è inadatto a lui. La svolta avviene quando Brucoverde incontra Rina la Rana, l’unica che gli dà un suggerimento utile: i bruchi mangiano le foglie. Il piccolo allora riesce a trovarne una sulla quale avventarsi e filare un bozzolo. Il libro si chiude con lui che diventa una farfalla.Testo molto ricercato, presenta la classica rima baciata AA BB. Mi chiedo però quanto possa essere educativo un libro dove il protagonista segue pedissequamente quanto gli viene suggerito da insetti e animali ficcanaso. Perché – ad esempio – quando Bella Libellula dice che “i bruchi non mangiano i limoni”, non viene mandata a quel paese? Non c’è il rischio di crescere un figlio troppo prono ai giudizi altrui? Ottimo invece il finale, con il piccolo bruco che diventa un “farfalla multicolore”: una presa di posizione forte a sostegno della comunità LGBTQI+.

Whisky il Ragnetto – genere: horror
Il libro è il libero adattamento dell’omonima canzone che racconta di un piccolo ragno che decide di scalare una montagna in cima alla quale trova però una streghetta che se lo vuole pappare (gnam gnam). Whisky allora scende rapidamente e torna a casa dalla sua mamma, e non la lascia più (più più). Si tratta quindi di un testo molto educativo che insegna ai bambini a scappare dalle responsabilità per rifugiarsi nelle braccia dei propri genitori. In pochi sanno che però si tratta di una trilogia. A breve infatti dovrebbero uscire il secondo e il terzo volume: “Whisky, il ritorno”, dove si racconta della streghetta che segue il ragnetto e, una volta giunta a casa sua, decide di risparmiare il piccolo per mangiare invece sua madre, molto più cicciotta e appetitosa; e “Whisky, la vendetta” dove il ragno, ormai grande, raduna intorno a sé una schiera di insetti e aracnidi resi orfani dalla strega, per andarla a cercare in cima alla montagna e ucciderla atrocemente.

L’incredibile storia di Lavinia – genere: romanzo femminista
Prima del movimento #metoo e di “Favole della buonanotte per bambine ribelli” c’era lei, la piccola Lavinia, nata dalla penna di Bianca Pitzorno. Lavinia non ha nessuna qualità particolare: non è bella, non è gentile, non è leziosa. La potremmo invece definire rompiballe e maleducata. Poi un giorno una fata le regala un anello magico capace di trasformare in cacca tutto ciò che la bambina vuole. Dato che da grandi poteri derivano grandi responsabilità, Lavinia utilizza questo dono inizialmente per comprare un paio di stivaletti caldi e poi arriva alla fine a vivere a sbafo in un hotel, facendo la bella vita. Certo, nel mezzo deve anche affrontare una serie di sfide che le insegneranno il valore dell’amicizia e dell’umiltà, ma sempre nell’hotel a cinque stelle continuerà a gozzovigliare. Testo molto importante che insegna alle bambine che non hanno bisogno di un principe azzurro che le venga a salvare: abbiano il coraggio di sporcarsi le mani, trasformare oggetti e persone in cacca e diventare le artefici di se stesse perché – come disse qualcuno – l’obbedienza non è più una virtù.

I tre porcellini – genere: classico
Una storia che conosciamo tutti: tre porcellini costruiscono una casetta ciascuno. I primi due, che l’hanno fatta uno in paglia e l’altro in legno, sfottono il terzo che si spacca la schiena per costruirla in mattoni, quando poi questa sarà l’ultima che rimarrà in piedi quando un lupo cattivo deciderà di distruggerle soffiandoci sopra. Cito qui questo libro perché per me la vera svolta avviene quando, leggendo le pagine (che in realtà sono solo quattro e cartonate), si svela un arcano: il porcellino che costruisce la casa in mattoni è in realtà una femmina. Questa rivelazione mi ha aperto tutta una serie di riflessioni che per 36 anni di vita non mi avevano mai sfiorato la mente: forse se avessi conosciuto prima questa versione della storia mi sarei potuta immedesimare nella protagonista e magari adesso non sarei così impedita da non riuscire neanche a infilare un chiodo in un muro? Magari sono stata vittima di una educazione troppo convenzionale che mi ha precluso una serie di strade e carriere entusiasmanti? Magari avrei potuto studiare ingegneria, o anche architettura? Ma Samantha Cristoforetti è diventata Samantha Cristoforetti perché a lei hanno raccontato che la terza porcellina era una femmina? Mentre mi arrovello su questi interrogativi, penso anche che sia giunto il momento di avere più coraggio: non basta dire che a costruire la casa in mattoni sia stata una femmina. Qui c’è proprio bisogno di cambiare il titolo. E allora diamo il benvenuto a: “lз tre porcellinə”.


Foto di 愚木混株 Cdd20 da Pixabay

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