Il post-apocalittico è un genere che non tramonta. Parliamo qui di due film usciti di recente: La terra dei figli e Love and Monster
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Io e Bafometto, Gregorio H. Meier, Wojtek Edizioni, 2021
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Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata, Raphael Bob-Waksberg, Einaudi, 2021 Nel 2021 l’amore può ancora salvarci dalla…
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Intervista a Michele Dessì, autore del libro “Diario metafisico di un terrorista” (Calamaro edizioni, 2020)
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Racconto in due puntate – II
“Suono o non suono le campane? Cosa direbbero in paese se le 17 di questo giorno infausto non venissero accompagnate dal suono del bronzo? Avessero concordato un’ora per attraversare la piazza non sarebbero riusciti nemmeno ad avvicinarsi alla precisione di questo momento”. -
Racconto in due puntate – I
“Non ho mai pensato che Yuri potesse essere in grado di fare del male a qualcuno e tutt’ora ne sono convinta. Anche ora che lo vedo attraversare Piazza della Resistenza con le manette ai polsi scortato da due uomini nascosti sotto uniformi nere da carabinieri. (…) la sola uniforme è capace di marcare una separazione netta tra chi guarda e chi subisce o, per meglio dire, tra il mondo di chi giudica e di chi è giudicato”. -
Il campione è tornato (Resurrecting the champ), J.R. Moehringer, Piemme, 2015 Se ci penso a posteriori, credo di essermi appassionata da…
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di Gabriele Esposito.
“Il bambino che siede dietro di te è molto piccolo eppure ha un senso del ritmo davvero marcato. Ogni circa diciassette secondi punta i piedi sulla sedia di fronte a lui – la tua sedia – e dà una leggera spinta: giusto un doppio tocco d’alluce. (…) L’ultima spinta – dev’essere la seicentotrentacinquesima o seiesima – ti fa riprendere il capitolo dall’inizio”. -
“La disputa sul Raki è una finestra su tradizioni, paesaggi, vezzi, umori, di un’altra realtà. E affacciarsi da queste finestre per me è un po’ come andare in gita scolastica, da cui torni sempre con qualcosa in più”.
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“Fonderie. Fumi viola, tossici e nauseabondi, ma bellissimi come spettacoli pirotecnici agli occhi di una bambina. Vetri rotti colorati dalla luce, tanti colori diversi che trasformano cortili abbandonati in caleidoscopi di meraviglie stupefacenti”.
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“Io e Bruegel il Vecchio ultimamente ci incontriamo spesso, forse prima o poi capirò perché. È successo ne La parabola dei ciechi di Gert Hofmann. È successo di nuovo ne La quercia di Bruegel di Alessandro Zaccuri, e in entrambi i casi sfogliare le pagine è stato un po’ come camminare in un’opera d’arte”.
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di Matteo Candeliere
“Prima di lasciare l’appartamento deve capire se è necessario davvero.
Non c’è un amico a cui chiedere, ad esempio, o una vecchia zia di cui può approfittare? Cammina su e giù per il corridoio, scalzo per non fare rumore. Al piano di sotto vive una famiglia che è meglio non sappia della sua presenza. Si ferma davanti allo specchio dell’ingresso per l’ennesima volta. Una chioma di capelli ricci neri e densi come catrame gli avvolge la testa”.