«Meucci? Meucci, dico a lei!»«Cosa?»«Alla cattedra».«Alla… ma io, veramente… non lo sapevo, che oggi interrogava…»«Io interrogo sempre, Meucci. E poi di…
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I buoni propositi sono fatti per essere disattesi. Ad esempio, per il 2021 mi ero ripromessa di leggere solo libri scritti da donne ma poi mi sono imbattuta in Luce d’estate ed è subito notte dell’islandese Jón Kalman Stefánsson, e posso dire che non leggerlo è Peccato. L’ho finito con la stessa soddisfazione di chi infrange una dieta mangiando una fetta di Foresta Nera in uno sciccoso bar del centro, seduta su un divanetto di velluto rosso e con un cameriere in livrea che ti porta il caffè.
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La Secci scrive e incontra Boe come Carrére scrive e incontra Limonov, ma se lo scrittore francese si immerge nel mondo e nell’esistenza del criminale russo, arrivando a compromettere sé stesso e la sua moralità (definendo così un suo modo di fare letteratura), la Secci sceglie di mantenere una giusta imparzialità, lasciando al lettore l’ultima parola sul criminale sardo, seguendo così un’operazione letteraria e giornalistica che, sotto certi aspetti, è riuscita, ma sotto altri lascia un vuoto, un senso di incompletezza
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L’ultimo videogioco che mi ha veramente inglobato è stato Read Dead Redemption. L’ultimo libro, 2666 di Bolaño. Ecco: uniteli insieme e non avrete Timidi messaggi per ragazze cifrate, perché il libro di Ferruccio Mazzanti, edito da Wojtek, non è un western né un romanzo postumo, ma un’esperienza unica.
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La memoria dell’uguale, Alfredo Zucchi, Alessandro Polidoro Editore, 2020 Se devo pensare alla luce dei cieli presenti in La memoria dell’uguale,…
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“Cologno aveva usato una parola che a noi in bocca non ci sapeva stare, non a noi ragazzetti che ancora guardavamo il metro e trenta come traguardo irraggiungibile, nonostante ci tenessimo sollevati sulle punte delle nostre Nike Shox ricevute come regalo della prima comunione. (…) Cologno non si chiamava veramente Cologno ma ci aveva detto lui di chiamarlo Cologno (…) Diceva che aveva scelto Cologno come nome non perché Cologno era il luogo dal quale veniva, ma perché era il luogo da cui voleva andarsene”.
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“Con il suo romanzo d’esordio, la giovanissima Anja Trevisan (1998) si confronta col tabù sociale della pedofilia e lo svincola, con estrema sensibilità e delicatezza, dalle rappresentazioni dominanti. (…) Con un esordio che è un capolavoro, Trevisan contestualizza la pedofilia in un immaginario del tutto nuovo, eppure, forse, più realistico: perché i mostri non esistono, né gli orchi, i boschi sono bui solo di notte e i lupi non mangiano le bambine”.
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Aldo aveva settant’anni ma ne dimostrava cinquanta, grazie all’egoismo imperturbabile che aveva esercitato per tutta la vita, senza mai cedere al minimo dubbio. E grazie anche alla brillantina Linetti con cui impomatava i capelli, ancora tutti neri, ogni giorno al mattino: barba, dopobarba Prep, acqua di Colonia, brillantina.
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Dopo pranzo soprattutto: forse la digestione, con la glicemia che si alza; forse un bicchiere in più di vino a tavola o una pastiglia presa tardi; forse il caffè o, forse, solamente l’ora, che sembra quella giusta.
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Per il 2020, l’astrologia aveva promesso fiumi di ambrosia, cornucopie piene di gettoni d’oro, la fine del riscaldamento globale e Alfred…
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Due call per il 2021: call di racconti (scadenza entro e non oltre le ore 23.59 del 31 gennaio) e call di illustratori (scadenza entro e non oltre le ore 23.59 del 31 gennaio). Vi aspettiamo!
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Sotto ogni albero natalizio ci sono il panettone aziendale glassato al limoncello, i calzettoni della zia, la calzatura ergonomica per quel tendine infiammato che ti fa impazzire e lui: Il Troiaio. E se amici e parenti sanno che ami leggere, c’è una buona probabilità che Il Troiaio si presenti sotto forma di libro. E noi di IMON abbiamo recensito per voi i nostri migliori Troiai.