Oricci, con Volevo essere Vincent Gallo, costruisce un mondo che crea dipendenza come la potrebbe creare un pacchetto di Haribo. I suoi racconti sono orsetti gommosi: colorati, elastici, zuccherati, trasparenti, artificiali, alieni. Irresistibili.
#racconti
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Storia di solitudine di Giuseppe Fiore è il nono racconto della call estiva di IMON. L’illustrazione è di Salvatore Giovanni Scognamiglio
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Malacarne di Giuseppe Caretta è il quinto racconto della Call Estiva di IMON. Illustrazione di Sergio Kalisiak
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Confessioni di un pedé, di Stefano Serri, è il terzo racconto della Call Estiva di IMON. Illustrazione di Salvatore Giovanni Scognamiglio, XGC
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La Ferita, di Angelo Lachesi, è il secondo racconto della Call Estiva di IMON. Illustrazione di Diana Daniela Gallese
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La raccolta Mi raccomando tutti vestiti bene è uscita per Mondadori nel 2006, non esattamente una novità quindi. Perché (ri)leggere Sedaris e parlarne, dunque? Perché ogni tanto vale la pena ricordarsi e ricordare che si può non prendersi troppo sul serio e usare quel raffinato registro di ironia e comicità che, a volerlo far bene, è difficile da realizzare: David Sedaris in quest’arte è un maestro.
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Petali e altri racconti scomodi, Guadalupe Nettel, La Nuova Frontiera, 2019 Un uomo invita una donna a casa sua con intenzioni…
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Abbiamo il piacere di annunciarvi che oggi, 15 luglio, si apre la nostra seconda call per racconti dell’anno, come di consueto…
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di Gabriele Esposito.
“Il bambino che siede dietro di te è molto piccolo eppure ha un senso del ritmo davvero marcato. Ogni circa diciassette secondi punta i piedi sulla sedia di fronte a lui – la tua sedia – e dà una leggera spinta: giusto un doppio tocco d’alluce. (…) L’ultima spinta – dev’essere la seicentotrentacinquesima o seiesima – ti fa riprendere il capitolo dall’inizio”. -
“Fonderie. Fumi viola, tossici e nauseabondi, ma bellissimi come spettacoli pirotecnici agli occhi di una bambina. Vetri rotti colorati dalla luce, tanti colori diversi che trasformano cortili abbandonati in caleidoscopi di meraviglie stupefacenti”.
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“Nella notte, il vento si è portato via il tetto del ricovero delle galline. Una lamiera spessa, fissata con chiodi da 20. Ha spezzato in due anche un pero carico di frutti giunti quasi alla completa maturazione. Le galline sono fradicie e spaventate”.
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«Guarda, sono spuntate le fragoline».
Michela spinse la sedia a rotelle mentre Cesare tendeva la mano verso il vaso di coccio.
«Guarda come sono rosse», continuò lui. Dal terriccio facevano capolino quattro piantine dalle quali penzolavano delle fragole piccole e pelose. Cesare ne prese una, con la mano tremante e piena di macchie, e se la portò alla bocca.