di Caterina Iofrida
A quanto pareva, aveva acconsentito. Laura allungò la mano destra verso il calice, lo sguardo fisso sull’avanzo di risotto che aveva nel piatto, e bevve un lungo sorso di vino, evitando accuratamente lo sguardo delle persone sedute al tavolo assieme a lei. Faceva caldo e, come a ogni tavolo di matrimonio che si rispetti, nessuno sembrava essere autenticamente a proprio agio. Forse per questo aveva commesso, così, subito, all’inizio della cena, un errore tanto stupido.
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